FISCHIA IL VENTO... CANZONI PER LA LIBERTÀ
Non è scontato riuscire ad intercettare l’attenzione dei più giovani e mantenerla viva a
lungo, parlando di un periodo storico per loro lontanissimo nel tempo.
Il potere della musica, del canto e una narrazione chiara e vivida che racconta come è
nata la canzone “Fischia il vento”, simbolo della lotta partigiana, hanno saputo creare
un’atmosfera di partecipazione, condivisione, gioia, riflessione, emozione.
Questa mattina, nell’aula magna della Don Gnocchi, le classi prime e la 2A hanno preso
parte all’incontro con la scrittrice Donatella Alfonso, organizzato in collaborazione con
l’A.N.P.I.Il tema è stato introdotto dagli studenti del corso A, insieme ad alcuni del musicale, con
l’esecuzione dei brani “We shall overcome” e “La canzone del partigiano”, testi appartenenti a periodi diversi, ma entrambi espressione di scelte consapevoli, di speranza, di pace e libertà.Donatella Alfonso ha raccontato la breve vita di Felice Cascione, autore della canzone
“Fischia il vento”, a partire dalla figura della madre, una maestra, una donna di idee
socialiste, coraggiosa e determinata, e dai valori da lei trasmessi al figlio. Un giovane
imperiese, modello di altruismo, che riuscì a superare difficoltà ed ostacoli pur di diventare medico; un campione sportivo che nel 1939, insieme alla sua squadra di pallanuoto, vinse il campionato raggiungendo la serie A; un convinto antifascista che scelse di iniziare la sua attività “ribelle” dopo l’Armistizio dell’8 settembre.“U Megu”, un punto di riferimento per i suoi compagni e per le altre bande antifasciste che si costituirono successivamente, il dottore che curava i contadini e gli abitanti dei piccoli borghi dell’entroterra in cambio di castagne per sfamare i suoi uomini.
“Urla il vento” questo è il titolo della prima versione della canzone che fu scritta in una notte di dicembre del 1943 in un casone nell’entroterra di Savona. Il partigiano Ivan, sopravvissuto alla campagna di Russia, prese la chitarra e suonò le note della canzone popolare Katjuša. Su questa melodia Cascione scrisse il testo, descrivendo la vita dei partigiani, le loro battaglie per la libertà e la giustizia. Fu la madre, a cui Felice chiese consiglio, a modificarne il titolo.
Cantata per la prima volta la notte di Natale del 1943 davanti alla chiesa di Curenna, una frazione alle spalle di Albenga, la canzone divenne l’inno ufficiale delle Brigate Partigiane Garibaldi. Dopo la morte di Cascione, ucciso da tre fascisti il 27 gennaio 1944 sulle montagne del cuneese, "Fischia il vento" iniziò a diffondersi, fino a diventare l’inno più cantato della Resistenza.
ARTICOLO DI DONATELLA ALFONSO SU FACEBOOK